Affrontando la paura: una vittoria sulla malattia e sulla mente

Anch’io sono stata operata di tumore al seno, anch’io ho attraversato il percorso della malattia e delle cure. L’aspetto più difficile da affrontare per me non è stato Il dolore, la sofferenza fisica bensì la paura. La paura di ciò che avrei dovuto affrontare, la paura di non sapere che cosa mi aspettava, la paura di confrontarmi con una parola che ha in sé il concetto di morte:  cancro. In tutte le fasi della malattia avevo accanto a me la paura, era come un brutto animale nero che mi stava al fianco , tutto raggomitolato in basso e che ad un certo punto della giornata, in un qualunque momento mi saltava addosso, si gonfiava e mi invadeva tutta , mi invadeva tutto il corpo. Era difficile liberarsene, richiedeva una volontà e uno sforzo per dominarlo enorme, una lotta tra lui che mi aggrediva e la mia forza di liberarmene. Adesso da quattro anni e mezzo ho superato la malattia ma come si suol dire si guarisce dal cancro ma si rimane “cancerosi”, cioè manteniamo la paura della recidiva. I controlli semestrali, seppur necessari, stimolano la paura, il pensiero della ricaduta. Ma che cos’è effettivamente la paura? Perché è così potente da terrorizzarci e schiavizzarci? Ho pensato tante volte a come affrontarla e superarla, ho immaginato di vincerla, di superarla in potenza, ma non ci sono riuscita, ha sempre vinto lei. Ho cominciato allora a guardarla da vicino come una persona che ti sta davanti, a scrutarla ed ho visto che la percepivo e immaginavo come  una realtà concreta, fatta di materia dura come di roccia, una realtà resistente ma soprattutto una realtà inevitabile alla quale non mi potevo sottrarre, in realtà altro non  era che un’immagine, soltanto un pensiero nella mia testa, un pensiero che non controllavo, che mi appariva contro il mio volere. E che cos’è un pensiero? Un pensiero è come il fumo della sigaretta, lo vedi, ha una forma, ha un corpo ma poi si dilata, svanisce, si disperde nell’aria. E allora ho capito che la mia paura che credevo una realtà inevitabile altro non era che un’immagine nella mia testa che potevo far svanire come il fumo di una sigaretta che si perde nell’aria. Ogni volta che riappare penso al movimento del fumo della sigaretta che si muove nell’aria e così la mia paura si dissolve,  da spazio ad un vivere libero, libero di gioire della vita che mi viene incontro.